Decostruzione del genere. Trans, intersex e altre favolosità!

*Mercoledì 23 giugno* Palazzo Gravina (fac. di Architettura), via Monteoliveto 3, Napoli.

 

 
aspettando il NapoliPride… Queer_think Project presenta: 

 


ore 15.00 laboratori con i bambini


– ore 17.00 forum: "Decostruzione del genere. Trans, intersex e altre favolosità!"


presentazione del libro "Elementi di critica Trans" di ManifestoLibri 


ne parleranno:
Porpora Marcasciano (MIT)
Lollette Miranda (coll. tilgbq Sui Generis)
Valerie Taccarelli (coordinamento Sylvia Rivera)
Loredana Rossi (ATN)

ore 19.00 videoproiezioni ("Sylvia rimembri ancora" e "Pisa 1979-2009"

aperitivo accompagnato da dj set a cura di Blanka  

 

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APPELLO AI MOVIMENTI PER LA COSTRUZIONE DI UNO SPEZZONE LGBTIQ-FEMMINISTA-ANTISESSISTA-ANTIRAZZISTA-ANTIFASCISTA

 

 

Il 26 giugno Napoli ospiterà il Pride Nazionale. Si aprano le danze, si scelgano i merletti si prendano gli ombretti, si infilino nei capelli fiocchi e ferretti. Scenderemo in piazza con lo stesso spirito di Stonewall, celeberrimo nightclub frequentato da transessuali e transgenders da cui nel 1969 è partito il Movimento LGBT/QI.

Lottiamo per l’ uguaglianza nei diritti, per la dignità e il rispetto, vogliamo visibilità e libertà!

 

Napoli è la città in cui da un anno la mobilitazione di tutto il movimento non ha lasciato alcuno spazio al fascismo, giungendo fino alla cacciata di Casa Pound, per evitare che le molte contraddizioni, le stesse che si susseguono in tutto il paese a ritmi sempre più incalzanti e che rischiano di diventare substrato culturale, sedimentino diventando ingestibili. Non vorremmo sembrare catastrofiste per questa festosa giornata di lotta, ma follemente vive, anche se arrabbiate a causa della situazione politica e sociale italiana che va a rotoli, per usare un garbato eufemismo.

Avessimo avuto a disposizione tre desideri cosa avremmo scelto? Non lo sapremo mai, sappiamo quello che abbiamo fatto, scendendo in strada e opponendoci ad ogni costo all’ occupazione dei neofascisti nei nostri quartieri, lottando contro il razzismo istituzionalizzato, lottando contro la medicalizzazione mercificazione forzata dei nostri corpi. Continuiamo a dover lottare per diritti basilari, per il lavoro, per la cittadinanza, per il rispetto, e contro ogni forma di ghettizzazione a fronte della prepotenza di governi per i quali la parola democrazia non è altro che un alibi per controllare e reprimere, sempre pronti a piegarsi all’ingerenza vaticana, forte e ingombrante in uno Stato che per Costituzione si ritiene laico. Allo stesso modo nn possiamo goderci neanche quei pochi diritti che abbiamo conquistato con anni di lotte, perché il loro prezzo aumenta ogni giorno di più e un numero sempre più grande di persone non possono più permettersi di comprarne, come fossero patate al mercato del pesce. Sottolineiamo ancora una volta la piena cittadinanza e l’autodeterminazione dei soggetti LGBTQI, degli omosessuali, trans e immigrati reclusi nei cie, come delle sexworkers, delle donne, in egualmodo degli antifascisti, antisessiti e antirazzisti.

 

L’ autodeterminazione è necessità e di necessità facciamo virtù. I vizi non ci mancano, sia chiaro, perché il nostro corpo non possiamo mortificarlo troppo, come vorrebbe il Vaticano, che legittima violenze giustificandole come ordine naturale e morale. La naturalità dell’identità di genere, dell’identità sessuale e degli atti sessuali di ciascun individuo, sono costruite socialmente, come un abito con gira la moda, arbitrariamente assegnate, come a tocco o nella morra cinese, gli individui non possono essere identificati usando termini generali come eterosessuale, maschio o femmina, mettiamo in discussione la creazione di categorie ed entità-gruppo artificiali e socialmente assegnate. Preferiamo mettere al centro dell’attenzione il problema delle differenze multiple, decostruendo stereotipi classisti, opponendoci al costrutto ingabbiante di genere definito. Ribellandoci alla cultura patriarcale della norma(lità). Decostruendo le terminologie, l’uso delle parole con cui veniamo nominate che creano le differenze sociali che ci opprimono. Ci opponiamo alla criminalizzazione e alla patologizzazione delle scelte che riguardano il nostro corpo e la nostra libertà sessuale e di genere.

Siamo follemente vive se pensiamo al nostro corpo in maniera liberata, se viviamo il nostro corpo in maniera libera, se nessun oppressore ci opprime, ci limita o giudica la percezione che possiamo avere del nostro corpo, se siamo libere di ripetere i concetti due volte per essere comprese e per comprendere.

 

Siamo immensamente accorte a non cadere nella trappola tesa dalle attuali sembianze del fascismo: non scelta, adesione meccanica a una propaganda esterna e continua, sicurezza in ogni salsa che infondo è sentirsi sicuri solo nelle vesti di un normotipo omologato con in tasca una carta di credito (illimitata) o un tirapugni d’ oro. Ma la strada è ancora lunga, non si limita al percorso del Pride nel giorno del Pride. C’è qualcosa di sottile ma saldo che unisce le lotte di noi tutt*, di tutte quelle favolosità che credono che l’ unico modo per ottenere diritti è estenderli e moltiplicarli. Resteremo a guardare quando si vorrà praticare il TSO o l’elettroshock per la depressione post parto? possiamo tollerare ancora Bagnasco generaledell’esercito? 

 

Scendiamo in piazza per ricordare le aggressioni ai danni di omosessuali, trans, donne, immigrati che le destre rendono normalità con le ronde, con le leggi razziali come il pacchetto (in)sicurezza, come i rimpatri, i cie, attraverso la morale clericale giustificata e appoggiata fin troppo dal Governo. Scendiamo in piazza il 26 contro il ritorno di pratiche fasciste, contro l’oscurantismo.

 

Scendiamo in piazza per Joy, Hellen e le altre donne, immigrate, trans, sexworkers vittime degli stupri di Stato, del patriarcato, delle violenze domestiche che avvengono nella tanto decantata famiglia normativizzata. Contro il malessere della sanità pubblica, la privatizzazione dell’università, la precarizzazione dei nostri lavori e delle nostre vite, contro le sanzioni a discapito di trans e sexworkers che lavorano per strada. Vogliamo cittadinanza e pari opportunità per tutt*, nel lavoro, nello studio, perché il sessismo e l’oppressione ci colpisce tutt*. Vogliamo libertà sessuale, per i soggetti lgbtqi come per le donne, contro la cultura misogina, patriarcale e machista di questo Stato. 

 

Orgogliose di non far parte di quell’unica minoranza ricca, maschia, bianca, eterosessuale, cristiana e in buona salute che detiene il potere e che produce crisi e delinea un modello sociale ingabbiante. Siamo lesbiche, femministe, trans, donne, disoccupate, froci, frocie, sieropositive, lavoratrici, migranti, studentesse, puttane, precarie&rappresentiamo la realtà politica antifascista, antirazzista, antisessista napoletana.


coll. lgbtiq Tiresi@, coll. femminista DeGeneri, Coll. femminista Pachamama, Coll. di genere Sora Rossa

 

ADERISCONO:  Trans*nival – osservatorio No Forum 2013 – N’ata Palla! – coll. tilgbq SuiGeneris(RM) – laboratorio di genere "le Malefiche"(RM) – coll. femminista "le Ribellule"(RM) – coll. di femministe e lesbiche "la Mela di Eva"(RM) – la Roboterie(RM) – associazione "Sott ‘ e ‘ngoppa", sportello antiviolenza Lilith – coll. femminista universitario "le Facinorosse" (RM) – coll. femminista "filles insurgèes"(MI) – laboratorio sociale RESET(PZ) – Radio Red*Azione(PZ) – coll. lgbtiqui "Cime di Queer"(BA) – Glamorama – caffé letteralmente queer(BA) – csa ex-canapificio(CE) – Azione Gay e Lesbica(FI) – coll. queer "le Frangette Estreme"(BO) – OpenMind(CT) – coll. femminista "Malefimmine" (PA) – Laboratorio Antifascista Palermitano – MIT – Facciamo Breccia – Coordinamento Sylvia Rivera – Les Panthères Roses(Parigi) – Circolo Pink Verona – Radio Ondarossa(RM)

 

per adesioni: orgoglioseantifa@autistiche.org


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orgoglios@ e antifascist@

Leggiamo i comunicati intimidatori contro il Napoli Pride, che inqueste ore circolano sul web da parte di Forza Nuova. Non siamo affatto stupit@. Purtroppo conosciamo la loro storia, la più recente come quella passata. Sono loro stessi a rivendicare l’appartenenza alla tradizione fascista, responsabile della persecuzione di miglia di persone che non erano riconducibili ai canoni del maschio italico, e tra queste numerosissimi gay, lesbiche e transessuali. Ancora oggi, muovendosi in questo stesso solco i nuovi fascisti sono responsabili dei pestaggi di strada così come di attacchi ai cortei, come avviene da anni a Catania e in altre città dove anche quest’anno il partito dei fascisti esprime tutto l’odio verso i gay, le lesbiche, i transessuali, le donne e chiunque voglia esprimere liberamente la propria identità e i propri pensieri. 

I continui richiami all’ordine naturale sono sempre stati una sorta di legittimazione scientifica alla discriminazione e all’odio; lo stesso ordine che si perpetua nella famiglia, che costringe le donne, i gay, lelesbiche e i transessuali a determinati ruoli è il primo ostacolo per l’affermazione della propria identità e delle libere scelte individuali. Inutile ribadire le statistiche che evidenziano come la famiglia sia proprio il luogo in in cui maggiormente matura la violenza fisica e psicologica contro le donne e i suicidi di molti giovani che non riescono ad affrontare la paura di deludere le aspettative familiari.

Inoltre Forza Nuova Napoli esprime una presunta separazione tra la morale pubblica e le libere scelte degli individui, dimenticando ipocritamente gli episodi di cronaca degli ultimi anni che anche in questa città raccontano la crescente violenza contro le transessuali, igay e le lesbiche, magari per la vicinanza ideologica che esprime a queste pratiche.
Ancora una volta si tenta di far passare il concetto che i diritti si ottengano a scapito del benessere di qualcun’ altro, mentre il nostro Pride sarà il corteo di tutte e di tutti coloro che credono che i diritti si difendano allargandoli.
Consociamo Forza Nuova, conosciamo i fascisiti e le loro pratiche, ma conosciamo la forza del nostro movimento è per questo che ancora di più scenderemo in piazza ORGOGLIOSAMENTE ANTIFASCISTE/I.
 
coll. DeGeneri, coll. Tiresi@, coll. Pachamama, coll. Sora Rossa

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Non siamo una legge (s)Concia!

C’è un nuovo trucco di gran moda, non è un rimmel né un mascara. È la creazione di uno specifico allarme in seguito a una montatura mediatica. Dopo l’ aggressione in più parti d’ Italia da parte di fascisti puzzoni a danno di favolosità LGBTIQ, è stato semplice, per chi dei nostri corpi fa profitto, inventarsene uno nuovo. Ecco nascere, infatti, l’allarme omofobia, pretesto malizioso per poter inserire un nuovo reato nel famigerato pacchetto sicurezza. Un pacchetto che non ci fa nessun regalo, non ha nastri né ha lustrini. È un pacchetto infame per reprimere e per aumentare la fobia sociale. 

Ma vediamo brevemente cosa è successo… A Roma le istituzioni impazziscono, si accendono discussioni nei movimenti LGBTIQ, Alemanno si dichiara accanto ai gay e in appoggio al disegno di legge Concia che introduce l’aggravante di omofobia a reati contro la persona. L’ on. Concia, prende una birra coi fascisti squadristi di CasaPound legittimando la loro esistenza e svilendo le pratiche e l’ ideologia antifascista. Il 13 ottobre si tiene una manifestazione che sarebbe stata una triste processione se non fosse per le favolosità antifasciste che hanno apportato contributi reali a una discussione per il resto farlocca. La proposta dell’on. Concia non fa strada, viene bocciata e le associazioni di tutta risposta che fanno? Un’ altra processione, a lume di tetri ceri sotto Montecitorio, dimenticando lo spirito di ribellione che ha dato vita a un movimento, quello LGBTIQ, di cui si dicono parte. Lo spirito in questione, quello di Stonewall, sembra essere da facinorose, sobillatrici, criminali, a detta delle alte cariche di queste associazioni. Vogliono aprire un dialogo con chi non vede l’ ora di chiuderci nel Colosseo coi leoni, vogliono spogliarci della nostra identità politica, vogliono che taciamo se c’è da urlare e che votiamo per loro se c’è da votare.
A Napoli, quello che accade ha un sapore amaro, che non ha nulla a che vedere col sapore dei friarielli. I camerati di quelli che a Roma prendono una birra coi parlamentari, organizzati sempre sotto il nome di CasaPound, hanno occupato un ex monastero nel quartiere Materdei. Dietro la promessa di alloggi per chi non ha casa e di “interventi sociali”, si nasconde la vigliaccheria di chi fa agguati contro uno studente medio, di chi aggredisce chi non si conforma alla loro ideologia, di chi vuole gay morti, lesbiche normalizzate e trans confinate.

E noi che c’entriamo con tutto questo?


Crediamo che l’ordine sociale strutturi la soggettività di ciascun individuo e che il genere diventi un processo interpretativo della realtà culturale, una categoria sociale imposta a un corpo sessuato. Siamo convint* che l’ autodeterminazione sia un presupposto fondamentale dell’ esistenza. Il fascismo e il neofascismo si alimentano di sessismo e maschilismo e vanno combattuti attraverso  la sperimentazione di una cultura altra senza censure, rivendicando la decostruzione dei modelli e degli stereotipi sociali che stigmatizzano la sessualità.


La tendenza oggigiorno è quella di farci passare per VITTIME, ma possiamo essere solo vittime di noi stess* se non reagiamo, se non gridiamo a gran voce quello che pensiamo, se rinneghiamo il valore dell’ antifascimo a favore di una tessera per entrare in un locale o per far parte di un club privé.


 
De-costruisci il tuo genere, costruisci la tua identità!
 

 
ANTIFASCIST*       ANTISESSIST*       FEMMINIST* 

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Piazza Kante

E’ il 5 marzo 2009, Kante rifugiata politica della Costa D’Avorio, di soli 25 anni, è in Italia dal 2007 dopo essere sfuggita a una guerra civile che le ha ucciso il marito e ai miliziani che volevano sequestrarla.
Si presenta al pronto soccorso del Fatebenefratelli di Napoli con le doglie, ed è in pieno travaglio quando viene denunciata alla polizia di Posillipo con un fax inviato dall’Ospedale. Appena dopo il parto il piccolo Abu le viene sottratto per quasi dieci giorni, in attesa di "una verifica sulla sua identità".
Il permesso di Kante è scaduto ed è in atto il suo ricorso per avere l’asilo politico, ma le fotocopie dei sui documenti all’Ospedale non bastano. E’ più forte l’ansia di applicare UNA NORMA NON ANCORA APPROVATA, quella del "pacchetto sicurezza", che obbliga i medici a denunciare i pazienti “clandestini”, esponendo alla mancanza di cure proprio i soggetti più deboli. Un provvedimento che scredita le basi del giuramento di Ippocrate e della convivenza civile.
Un’iniziativa illegale, quella del Fatebenefratelli, perché il pacchetto sicurezza non è ancora legge dello Stato e quindi vige sempre il divieto di segnalazione. Ma anche un’iniziativa che dimostra cosa ci si potrebbe aspettare se venisse approvato.
Non solo per gli immigrati irregolari ci sarebbe il rischio di segnalazione ed espulsione per il solo fatto di ricorrere a cure mediche, ma sarebbe impossibile anche la registrazione anagrafica dei nascituri, con un’incredibile condanna preventiva alla clandestinità amministrativa per le nuove generazioni. Non è un caso che questa prima applicazione illegittima del pacchetto sicurezza sia avvenuta proprio sul corpo di una donna, la categoria più esposta e ricattabile anche all’interno della difficile condizione dei migranti e dei rifugiati in Italia.


 

Aprile 2009, la situazione sembra peggiorata. Nove tra adulti e bambini, chiusi in un container, arrivano a Napoli a bordo della nave mercantile "Vera D" per sfuggire alla sofferenza nel loro paese e solo per questo sono considerati fuori legge. Imporre ai medici di denunciare gli irregolari non serve più allo stato razzista, la polizia sormonta l’ ostacolo commettendo gravissime violazioni dei diritti umani e impone all’ equipe del Santobono di dare per vero il loro giudizio sull’ età presunta dei nove migranti, clicca qui per saperne di più.

 
A queste storie si uniscono quella di Joy e tutte le donne stuprate nei C.I.E. e di tutt* quell* che nei lager di stato vengono rinchius* in nome della sicurezza nazionale,
noi non siamo complici.
 

NESSUN*    E’    ILLEGALE!


 

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ANCORA IN DIREZIONE OSTINATA E CONTRARIA

 

Leggiamo quanto di calunnioso nei nostri confronti è stato scritto in
questi giorni dai circoli napoletani di Iken, ArciLesbica e Arcigay a
seguito del Napoli Pride 09 e siamo costrett@ a tornare su una vicenda
che sarebbe stato più dignitoso, proprio per queste organizzazioni,
dimenticare.
Non ci stiamo ad apparire come quell@ che "sfasciano" i movimenti
perchè la verità è ben diversa dalla ricostruzione falsificata dei
fatti.


Punto 1) Alla faccia del confronto!…

Premettendo che un confronto, per essere tale, non può svilupparsi
verticalmente, facciamo notare che i collettivi femministi Degeneri e
Pachamama, a cui fa riferimento la lettera aperta, non sono mai stati
invitati alle riunioni organizzative del Pride pur lavorando da anni
(come i firmatari della lettera ben sanno) sul territorio napoletano
sui temi di genere, dei diritti, della laicità e dell’antifascismo.
Inoltre un confronto non può avere come premessa l’ appropriazione
indebita di una scadenza di cui invece nessun@ è proprietari@! Siamo
rimaste esterrefatte quando abbiamo letto la notizia sul sito di Iken
della diffida all’utilizzo del nome "Pride" per l’organizzazione di
feste ed altro. E’ molto difficile equivocare la minaccia ad adire vie
legali, pensiamo più che altro che Iken si sia reso conto solo
successivamente del gravissimo autogol su un campo da noi sempre
contestato, quello della mercificazione di tutto ciò che gravita
intorno alla lotta lgbtiq. Noi al contrario siamo quell@ che sin dal
primo momento hanno parlato di COPYLEFT PRIDE come soggetti
autodeterminati fuori dalle logiche del mercato e sulla base di questo
rivendichiamo che il protagonismo di tutt@ vada preso senza chiedere il
permesso!

Punto 2) L’organizzazione…

Malgrado queste premesse i collettivi Tiresi@, Degeneri e Pachamama
hanno lavorato alla preparazione del
Pride con un lavoro capillare e
reticolare di informazione e costruzione. Infatti non solo questi tre
collettivi hanno partecipato alla costruzione del Pride ma numerose
altre realtà sociali e tante altre lesbiche, gay, trans, bi e soggetti
queer hanno reso questo solo l’inizio di un’importante percorso, forse
del tutto nuovo a Napoli…. Quello che sfugge ad IKen e soci@ che
continuano a chiamarci "collettivi studenteschi" (come a voler
sottolineare una nostra estraneità dal movimento lgbtiq) è che loro in
quanto associazioni non hanno il monopolio a Napoli e in nessun altro
posto del "movimento lgbtiq", chi si proclama tale ha piu’
probabilmente una difficoltà a decifrare la realtà oltre se stess@.
Abbiamo costruito un’assemblea molto partecipata sui temi del genere,
della razza e dell’antifascismo, nonché una festa enorme, bella,
divertente. Senza queste iniziative il Pride non sarebbe stato visibile
a Napoli perchè, dopo essersi appropriati della sigla, IKen,
ArciLesbica e ArciGay hanno fatto poco o nulla perchè la manifestazione
riuscisse (non un manifesto ma nemmeno un’iniziativa che potesse dare
il giusto risalto a quello che doveva essere il primo pride a Napoli
degli ultimi quindici anni). Abbiamo deciso di partecipare ugualmente
con uno spezzone e una piattaforma nostra perchè convinte che, malgrado
le premesse, il settarismo non aggrega e non informa.

Punto 3) Il Corteo…

A) Arrivati in piazza Matteotti gli organizzatori ci avvisano che il
corteo subirà la sosta di 1 ora in cui sono stati pensati degli
interventi dal loro camioncino per sottolineare il valore antifascista
della città… La verità invece la scopriamo solo poco dopo proprio da
Iken: bisogna aspettare che una congregazione di gesuiti finisca di
celebrare messa…insomma, oltre al danno la beffa!!!
B) Il camioncino che doveva servire come microfono per interventi
liberi in realtà non è altro che il luogo dei vari interventi di
candidati di partiti politici, collocando in questo modo lo stesso
Pride all’interno delle scadenze elettorali. Non abbiamo nulla contro
la partecipazione di partiti o gruppi politici alla battaglia contro il
sessismo, l’omo-lesbo-trans fobia e il razzismo, ma non accettiamo che
il movimento sia strumentalizzato da forze politiche, soprattutto in
occasione di scadenze elettorali e non possiamo non denunciarne
l’ambiguità!
C) Iken, ArciLesbica e Arcigay hanno mantenuto in tutta la vicenda un
atteggiamento aggressivo, maschilista e fuori da ogni possibilità di
confronto politico: oltre all’epiteto "fascista" più volte
indirizzatoci, alcune di noi si sono sentite rifiutare l’interlocuzione
da Iken con l’argomento che le donne parlano con le donne e gli uomini
con gli uomini.
D) Alla fine di tutto questo percorso è normale e comprensibile che il
nostro spezzone di corteo abbia voluto continuare a comunicare con
propri interventi e non si sia voluto piegare alle richieste assurde di
tacere e di consentire solo ad un camion (quello degli organizzatori e
dei candidati) di poter intervenire. Le voci si sono ovviamente
sovrapposte ma non al punto da non poter ciascuno dire ciò che voleva
alla sua parte di corteo, in cui il nostro spezzone rappresentava una
parte significativamente numerosa e attiva.
E) Nella più generosa delle ipotesi possiamo attribuire ad inesperienza
o pochezza politica la reazione del servizio d’ordine del Pride nei
confronti del nostro spezzone. Coloro che ricostruiscono questo falso
racconto non dicono la cosa più importante, che con metodi a metà tra
buttafuori di locali notturni e corvi sulla spalla, dopo esserci stati
addosso con un atteggiamento volutamente ostile, hanno strappato il nostro striscione in piazza Matteotti
determinando così (loro!) uno strappo con il movimento e con uno
spezzone che fino alla fine ha cercato in tutti i modi di non
raccogliere provocazioni.

Non vogliamo più prestare il fianco a sterili botta e risposta.
Chiariamo un’ unica volta la nostra posizione e andiamo avanti, sempre
in direzione ostinata e contraria convint@ del buon lavoro che abbiamo
prodotto e di tutto quello che c’è ancora da fare.

SPEZZONE ORGOGLIOSAMENTE ANTIRAZZIST@ ANTISESSIST@ ANTIFASCIST@

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orAscopo-oroscopo sovversivo



*pecorella depilata
Ti senti un po’ smarrita in questi giorni? E’ chiaro! Non hai il permesso di soggiorno, e nemmeno le tue figlie che sono nate in Italia. Il nostro consiglio è di lottare e non avere paura di fare paura. Diritto di cittadinanza e nessuna frontiera è la soluzione più auspicabile. 

 
*mucca pazza
Amica, se ti senti ricattabile sul posto di lavoro è perché lo sei davvero: il tirocinio è schiavitù e lo è tutto il lavoro non/mal retribuito! Organizzati con le altre lavoratrici e tirocinanti e rapisci il padrone. Vedrai che andare al lavoro sarà un piacere! 


*gemelle ri-belli
La vostra transizione sta per cominciare. Nei prossimi giorni sentirete una forte necessita di disintegrare le binarieta del genere e performare tutte le vostre favolosità. Psichiatrizzazione, sterilizzazione, discriminazione: queste sono alcune delle trappole e dei ricatti che incontrerete, ma l’oppressione vi renderà uomini forti capaci di ribellarsi.
orgoglio f to m!


 
*cozza
Non hai borse di studio, ma una casa fatiscente? Sei precaria e i baroni dell’università non fanno che renderti instabile? Non hai tempo per vivere? Ribellati contro il classismo e il razzismo e il sessismo e la transfobia e la lesbofobia e l’omofobia dell’universita. Ti consigliamo di partecipare subito e creare un’università laica, orizzontale e per tutte. Il corpo è in balia delle onde. Cavalca quella anomala. 


*leonessa 
Ti senti frustrata perchè i maschi si prendono il merito per il cibo per cui hai lavorato tutto il giorno? I leoni ti picchiano e sono violenti? Ruggisci la tua rabbia e smetti di prendertela con le tue amiche iene staliniste lesbiche separatiste. Collettivizza la tua rabbia. Insegna ai leoni che il leaderismo è controrivoluzionario e uccide il movimento. 


 
*verginello 
Il sesso sicuro non è solo penetrazione, fortunatamente. La fantasia e la voglia di sperimentare sono più che meravigliose. Magari inizia col rimming (usa la diga dentale, tesora),ma è tempo di rivoluzione anale. Orgogliosamente passivi, orgogliosamente grassi e orgogliosamente effemminati. Mi raccomando, sempre sesso sicuro, profilattici e lubrificante a base acquosa. Vaffanculo? Sicuramente. 
 
*bilancino da fumo 
Sei bisessuale e per la legalizzazione delle droghe e tutte lo sanno o quasi…non resta che dirlo ai tuoi genitori e alla tua nonna favolosa! Il tuo modo di scegliere in base alla persona che hai difronte e non in base al suo genere è sovversivo e per questo ti adoriamo, ora spogliati pero (e falla se ‘a tieni).
 
 
*scorpiona liberata
Preservativi e dighe dentali costano troppo o non si trovano ? il tuo medico è un obiettore , ti chiede i documenti per decidere se visitarti o denunciarti, ti fa insinuazioni discriminatorie? Sputagli in faccia !!! La salute è un diritto, non aver paura di pretenderlo. Combatti queste strategie per ricattarti e controllare il tuo corpo. 
A-Auto-Autodetermnate. A-Auto-Auto-organizzate. 
 
*centaurella amazzone vestita di rosso
Se sei incinta, non vuoi avere figli e sei in italia, sara difficile. Se vuoi averlo e non sei eterosessuale in ‘coppia’ come dicono loro, anche. Se capita, speriamo che sia femminista, o che non ci sia di nuovo il medico obiettore stronzo. In un paese dove il diritto all’aborto viene rimesso in discussione, e dove il vaticano attacca quotidianamente i nostri corpi, la laicità sarà l’ unica salvezza. 


*capra cornuta 
Sei cornuta ? Dalla monogamia e dal patriarcato potrai emanciparti semplicemente accettando che l’ unico corpo che ti appartiene è il tuo. Sicuramente la fedelta e l’astinenza non prevengono le mts come l’aids, e avere rapporti con tant* partner, se protetti e consapevoli, ti fara felice e bella e ti libererà.


*acquaria  temeraria
Sei una sexworker autodeterminata specializzata nello squirting. La tua perfomance più famosa è  ‘Una sirena a Manhattan’; anche se ti vogliono male gli eterofascisti, gli sbirri, i ministri, e il vaticano, non avere paura di adescare diritti: rivendica il diritto alla assistenza sanitaria, alla previdenza sociale, al rispetto. 

 
*pescia internazionale  
Sei aggraziata e ipnotica come una carpa intersessuale che volteggia nelle acque dei piccoli ruscelli di un giardino zen. Non sei sola. Non credere a quel medico obiettore stronzo che ti obbliga a scegliere uno tra due generi. Performa il tuo genere e sii mitica come piace a te , liberazione ed educazione sessuale contro violenza e oppressione sui nostri corpi. 


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orgogliosa-mente antirazziste*antisessiste*antifasciste


Orgogliose di cosa?

Di non fare parte di quell’unica minoranza ricca maschia bianca
eterosessuale cristiana e in buona salute che detiene il potere e che
produce crisi.

Siamo lesbiche femministe trans donne, disoccupate,
froci, frocie, sieropositive, lavoratrici, migranti, studentesse,
puttane, precarie
&rappresentiamo la realtà politica antifascista, antirazzista, antisessista napoletana.

Il 30 maggio si terrà a Napoli il pride organizzato dalle associazioni
culturali e dalle lobby gay. Alcuni interessati alla solita
speculazione commerciale, altri ad utilizzarlo come passerella
elettorale. Lo stesso giorno a Roma si terrà il summit del G8 su crisi
sicurezza e migrazioni.

Quel giorno non resteremo a guardare: scenderemo in piazza e lotteremo tutte per rivendicare i contenuti politici di cui il pride non può fare a meno.

Siamo il pride antifascista:


soprattutto ora, che la solita oppressione si trasforma in repressione
e viene istituzionalizzata per legittimare la risposta reazionaria alla
loro crisi. Le ronde, le leggi razziali, la disuguaglianza dei diritti,
lo smantellamento della sanità pubblica e la privatizzazione delle
università, il controllo dei nostri corpi. A tutto ciò il vaticano
fornisce la legittimazione culturale fondata sul quell’ ordine naturale
e morale, che colpisce i nostri corpi e la nostra possibilità di
autodeterminarci.

Siamo il pride antirazzista :


nel paese dei rimpatri, dei centri di identificazione, permanenza e di
espulsione, siamo sicure che per difendere i diritti di tutte contro la
violenza (sui corpi e sull’autodeterminazione) -risposta reazionaria ad
un senso di insicurezza che pervade e legittima ronde e aggressioni-
bisogna togliere le maschere una volta per tutte. Ora che la destra
istituzionale utilizza tutte le idee di quella estrema, bisogna
ripetere che l’immigrazione per noi non è un problema ma una ricchezza,
che il neo-colonialismo e lo sfruttamento che ne dipende ci fa schifo.
Vogliamo l’apertura delle frontiere e cittadinanza per tutte; le nostre
diversità sono la nostra forza.
 

Siamo il pride antisessista:


Femministe e queer vengono dalla stessa lotta – anche se pare che gli
organizzatori del pride lo vogliano ignorare- perchè il sessismo è
l’oppressione sistematica che ci colpisce tutte, sempre.

« Sei un uomo/sei una donna » a questo rispondiamo : siamo quello che
ci piace, non ci fidiamo della « natura ». Al ruolo imposto dall’
etero-patriarcato, quello della bella casalinga eterosessuale
procreativa, quella che sa fare il cibo e lavare i bambini, cosi
carina, calma e accondiscendente, ci opponiamo. Così come ci opponiamo
alla strumentalizzazione commerciale pubblicitaria del corpo della
donna e del nostro pride.

Orgogliose di essere femministe, incazzate, militanti, rumorose. Non avete ancora capito?

NON ABBIAMO PAURA DI FARE PAURA.

Ora che qualunque differenza è utile per discriminare,
escludere dai dirittti e reprimere noi ci sentiamo tutte sulla stessa
barca, anzi, sullo stesso barcone. È per questo che chiediamo a tutte
di unirvi a noi per non lasciare che ci respingano e per continuare a
remare in
direzione ostinata e contraria.

Vi chiediamo di firmare il nostro appello.

Vi invitamo ai workshop del 28 maggio per discutere di
antifascismo viola, performare il genere, salute delle
donne,prevenzione e malattie sessualmente trasmissibili.

Vi chiediamo di unirvi a noi nella festa di autofinanziamento che seguirà, ma soprattutto

di scendere in piazza insieme a noi il 30 maggio

Femministe, queer, antifascite, antirazziste, antisessiste. Insieme, e troppe orgogliose.

Collettivo Tiresi@ , collettivo DeGeneri, collettivo Pachamama, Le
pulci nelle recchie, collettivo Napoli Internescional, Attac Napoli,
Laboratorio Occupato Insurgencia, C.AN.NA. collettivo
antiproibizionista napoletano, Spazio sociale Parco San Gennaro,
Orientale 2.0 in Onda, Radio Vostok, …

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Idaho (International Day Against Homophobia)

 domenica 17 maggio 2009:

ANCORA UNA VOLTA

NON FESTEGGEREMO, NON PREGHEREMO,NON ANDREMO A MESSA, NE’ TANTO MENO PORGEREMO L’ALTRA GUANCIA!

OGGI, PUBBLICAMENTE, RICORDIAMO   LE VIOLENZE SUBITE, GLI INSULTI, LE DOMANDE STUPIDE , LE BATTUTE DI MERDA , GLI SGUARDI TORVI !
 

RICORDIAMO TUTTE LE LESBICHE STUPRATE PER CONVERTIRLE ALLA NORMALITA’,. RICORDIAMO LE TRANS AMMAZZATE PER STRADA NELL’INDIFFERENZA GENERALE. RICORDIAMO I FROCI MALTRATTATI DAI FAMILIARI E GETTATI IN STRADA A 16 ANNI.

 COME SI PUO’ DIMENTICARE?

  La lesbofobia uccide.
  La transfobia uccide.
  L’omofobia uccide.

Lo sappiamo. Non lo dimentichiamo.

 

 Eccoci! Belle, incazzate, pronte a lottare, a difenderci contro ogni forma di violenza sui nostri corpi e sulla nostra possibilità di autodeterminazione. Contro la trans/lesbo/omofobia ci siamo, sempre, ogni giorno, ogni ora. Sempre.

Dappertutto.  Al lavoro, all’università, a casa, per strada e in piazza. Anche nel movimento antifascista se c’è bisogno. Contro la chiesa e contro lo stato che discrimina.

Non abbiamo paura di fare paura!

Vogliamo uguaglianza nei diritti, vogliamo dignità e rispetto, vogliamo visibiltà e libertà.

 
Compagne, la lotta va avanti, e c’è tanto da fare.

Ci siamo!

 E soprattutto non siamo sole.

Femministe.

Antifasciste.

Antirazziste.

Anticapistaliste.

Libere.

Autodeterminate.

 

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BonTon dell’Antifascista

piccolo breviario di consigli per la buona educazione dell’antifascista

 L’antifascista nei cortei

Un antifascista coi fiocchi, quand’è a un corteo, tieneben presente che non tutt@ sono cintura nera e settimo dan di jujitsu enon mette in pericolo pacific* manifestanti facendol* trovare nel mezzodi un campo di battaglia, perché un antifascista sa che è del fascistala forza dei muscoli e dell’antifascista la forza delle idee. Unantifascista coi fiocchi sa di certo che la lotta corpo a corpo èplausibile, perché sono proprio i fascisti a cercarla e certamente nonporgerà l’altra guancia, l’antifascista sa resistere, ma sceglierà ilmomento e il luogo giusto permettendo a chi sa essere antifascistasenza sentirsi un hooligan di manifestare il suo antifascismo. Ilrisultato sarà sorprendente, si potrà manifestare sempre più numeros*senza disperdere nessun* de* compagn* (a quello ci pensa la polizia).Un antifascista coi fiocchi, quando intona i suoi cori allemanifestazioni, è consapevole che è meglio riservare allo stadio i corida stadio (si chiamano così per quello) e cerca nel profondo della suafantasia il modo più creativo per gridare a gran voce le proprie ideesenza riciclare cori che proprio dai fascisti sono stati ideati… (siconsiglia di leggere con attenzione la parte sul linguaggio per capirecome). Un antifascista coi fiocchi non storce il naso o non guarda inmalo modo quegli enormi volatili che gli cornacchiano a fianco duranteun corteo, quando in realtà questi rapaci sono compagne e compagni benorganizzati e creativi; sarebbe un buon passo verso l’attuazione dipratiche antifasciste, sorridere e felicitarsi per quell’estensionedisgraziata e graffiante delle compagne e dei compagni e magariaccennare o provare ad accennare un gracchio: questo sì che è uncomportamento antifascista. Quando viene organizzato un momento distudio o di approfondimento sulla memoria, come quello sulla resistenzaa giurisprudenza sarebbe antifascista mischiare accuratamente gliinterventi e non lasciare quello delle “minoranze” (che minoranze nonsono) alla fine, ovvero quando tutti vanno via o quando il livello diattenzione è bassissimo. Un buon antifascista chiede consiglio a chi èesperto per le occasioni speciali, manifestazioni e feste, su cosaindossare, magari avanzare la scelta di capi e colori più audaci,chiede aiuto per il trucco per essere visibili, divertiti eappassionati!


Salute e bellezza dell’antifascista

Amic@ antifa… Sei già bell@ dentro, lo sappiamo tutt*…sei femminista, antirazzista, anticapitalista, antisessista… E pertutto ciò sei già favolos@, è importantissimo dirlo. Ma non èsufficiente… Non lasciare le/gli altr* essere bell* al tuo posto.

Ecco le tendenze del 25 aprile 2009:

La prima regola è che non ci sono regole. Divertiti,sorridi, godi un po’… Ti giuro sullo style di Coco Chanel che tisentirai ancora più splendid@. La Moda? Ma chi se ne frega… La paroladi (dis)ordine è SII CREATIVA; facci sognare un po’, e non avere pauradi fare paura, il ridicolo non uccide. Prendersi sul serio è troppoanni2000. Poi, non lo diremo mai abbastanza: devi prenderti cura di testesso. Devi essere solidale col tuo corpo, perché lui ti vuole bene…

Compagn*, il sesso sicuro è molto molto attuale.Bisogna ripeterlo di nuovo? Il sesso sicuro è molto molto di tendenza.Il sesso sicuro ti fa e ti farà bene… sempre. Non lo si può negare,quindi non ascoltare MAI gli stronzi che ti dicono il contrario; non nesanno niente né della salute e della bellezza antifascista, né delsesso.

Un’altra cosa che ci piace sempre è il movimento dellasinistra per una pelle sana: una doccia ogni tanto, un po’ di sport,verdure per pranzo… Prova a non bere tutte le sere (lo so, èdifficile). Una volta all’anno, vai dal medico, due volte all’anno faiun test HIV-epatite-sifilide (se hai dubbi, fallo immediatamente). E ilkarma baby, il tuo corpo te lo restituirà.

Ma la bellezza antifascista non è soltanto una questioneestetica. È un fatto di respirazione, Darling, di attitudine… Devisapere che per essere chic c’è bisogno di molto rispetto. Per se stessie per le/gli altr*. Per esempio, non si chiede MAI il genere a unapersona. Se non riesci a scoprirlo, serba le tue domande per te, se nonvuoi sembrare completamente "has been"… E la stessa cosa vale perl’identità sessuale, l’origine etnica… Credimi, non si fa. Ascolta unpo’ le/gli altr*, dimostra pazienza e simpatia, e resisti, sempre,quando è necessario. Ecco la chiave della stagione per la bellezza inuna società antifascista.


L’antifascismo nel linguaggio

Un antifascista che si rispetti deve scegliereaccuratamente il linguaggio che adopera. Deve fare attenzione acalibrare il registro sulle persone che ha di fronte: per i nemici sonoconsigliati insulti, offese, ingiurie. La lingua italiana ne permetteun vasto uso, anche di regionalismi. Il problema che si deve porrel’antifascista rispettoso e beneducato è se la parola che sta usandosia o meno un insulto. Facciamo un esempio: "La ministra Gelmini è unaputtana". Puttana è un’operatrice del sesso, è colei che vende le sueprestazioni sessuali per professione. In ciò l’antifascista rispettosonon dovrebbe vedere un insulto, questa frase dovrebbe avere lo stessopotere offensivo di, ad esempio, "La ministra Gelmini è unafruttivendola" o "La ministra Gelmini è un’hostess". Quindi èconsigliato evitare tutta quella gamma di espressioni che usano unaprofessione come insulto. Un’altra cura che deve avere l’antifascistaconsapevole è rendersi conto che le pratiche sessuali e gliorientamenti non costituiscono un’offesa. Dire che "La ministraCarfagna è una troia" perché si ritiene che abbia una vita sessualeparticolarmente attiva non è carino; il fatto che usi il suo corpo perfare carriera è un altro discorso, è colpa del clientelismoberlusconiano e non riguarda il bon ton dell’antifascista. La vitasessuale dei nemici non ci deve interessare. Quindi fate attenzione anon usare, come insulto, termini quali troia, baldracca, rottinculo,piglianculo, succhiacazzi, ricchione e via dicendo.

Un’altra categoria da non usare come offesa è quella deidiversamente alti (attenzione a come usate la parola nano): ci sonocompagn* che per un motivo o per un altro sono alti quanto Berlusconi oancora meno e meritano ugualmente rispetto ; essere in buona salute erivendicarlo con orgoglio non vuol dire essere antifascista.

Ultima chicca, car* antifascista: di tanto in tanto,prova ad ammodernare quest’antica grammatica della lingua italiana: usacon attenzione e garbo i generi. Non imporre il tuo maschiledappertutto. Ad esempio, se sei uomo e attorno a te ci sono diversecompagne, prova a dire: “Siamo belle e siamo incazzate”. Sperimenta lalotta anche nella lingua.

Sappiamo che vi sentirete scomodi e imbrigliati dopoaver letto questo breviario di buona educazione, questo è l’effettodella raffinatezza. Ma sappiamo anche che con pochissima attenzionediventerete degli ottimi antifascisti rispettosi, e saprete usare lavostra infinita fantasia per trovare l’insulto del futuro. L’importanteè svincolarsi da quello sessista del passato.

Questione di classe (edella sua lotta).

25 Aprile 2009

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