BonTon dell’Antifascista

piccolo breviario di consigli per la buona educazione dell’antifascista

 L’antifascista nei cortei

Un antifascista coi fiocchi, quand’è a un corteo, tieneben presente che non tutt@ sono cintura nera e settimo dan di jujitsu enon mette in pericolo pacific* manifestanti facendol* trovare nel mezzodi un campo di battaglia, perché un antifascista sa che è del fascistala forza dei muscoli e dell’antifascista la forza delle idee. Unantifascista coi fiocchi sa di certo che la lotta corpo a corpo èplausibile, perché sono proprio i fascisti a cercarla e certamente nonporgerà l’altra guancia, l’antifascista sa resistere, ma sceglierà ilmomento e il luogo giusto permettendo a chi sa essere antifascistasenza sentirsi un hooligan di manifestare il suo antifascismo. Ilrisultato sarà sorprendente, si potrà manifestare sempre più numeros*senza disperdere nessun* de* compagn* (a quello ci pensa la polizia).Un antifascista coi fiocchi, quando intona i suoi cori allemanifestazioni, è consapevole che è meglio riservare allo stadio i corida stadio (si chiamano così per quello) e cerca nel profondo della suafantasia il modo più creativo per gridare a gran voce le proprie ideesenza riciclare cori che proprio dai fascisti sono stati ideati… (siconsiglia di leggere con attenzione la parte sul linguaggio per capirecome). Un antifascista coi fiocchi non storce il naso o non guarda inmalo modo quegli enormi volatili che gli cornacchiano a fianco duranteun corteo, quando in realtà questi rapaci sono compagne e compagni benorganizzati e creativi; sarebbe un buon passo verso l’attuazione dipratiche antifasciste, sorridere e felicitarsi per quell’estensionedisgraziata e graffiante delle compagne e dei compagni e magariaccennare o provare ad accennare un gracchio: questo sì che è uncomportamento antifascista. Quando viene organizzato un momento distudio o di approfondimento sulla memoria, come quello sulla resistenzaa giurisprudenza sarebbe antifascista mischiare accuratamente gliinterventi e non lasciare quello delle “minoranze” (che minoranze nonsono) alla fine, ovvero quando tutti vanno via o quando il livello diattenzione è bassissimo. Un buon antifascista chiede consiglio a chi èesperto per le occasioni speciali, manifestazioni e feste, su cosaindossare, magari avanzare la scelta di capi e colori più audaci,chiede aiuto per il trucco per essere visibili, divertiti eappassionati!


Salute e bellezza dell’antifascista

Amic@ antifa… Sei già bell@ dentro, lo sappiamo tutt*…sei femminista, antirazzista, anticapitalista, antisessista… E pertutto ciò sei già favolos@, è importantissimo dirlo. Ma non èsufficiente… Non lasciare le/gli altr* essere bell* al tuo posto.

Ecco le tendenze del 25 aprile 2009:

La prima regola è che non ci sono regole. Divertiti,sorridi, godi un po’… Ti giuro sullo style di Coco Chanel che tisentirai ancora più splendid@. La Moda? Ma chi se ne frega… La paroladi (dis)ordine è SII CREATIVA; facci sognare un po’, e non avere pauradi fare paura, il ridicolo non uccide. Prendersi sul serio è troppoanni2000. Poi, non lo diremo mai abbastanza: devi prenderti cura di testesso. Devi essere solidale col tuo corpo, perché lui ti vuole bene…

Compagn*, il sesso sicuro è molto molto attuale.Bisogna ripeterlo di nuovo? Il sesso sicuro è molto molto di tendenza.Il sesso sicuro ti fa e ti farà bene… sempre. Non lo si può negare,quindi non ascoltare MAI gli stronzi che ti dicono il contrario; non nesanno niente né della salute e della bellezza antifascista, né delsesso.

Un’altra cosa che ci piace sempre è il movimento dellasinistra per una pelle sana: una doccia ogni tanto, un po’ di sport,verdure per pranzo… Prova a non bere tutte le sere (lo so, èdifficile). Una volta all’anno, vai dal medico, due volte all’anno faiun test HIV-epatite-sifilide (se hai dubbi, fallo immediatamente). E ilkarma baby, il tuo corpo te lo restituirà.

Ma la bellezza antifascista non è soltanto una questioneestetica. È un fatto di respirazione, Darling, di attitudine… Devisapere che per essere chic c’è bisogno di molto rispetto. Per se stessie per le/gli altr*. Per esempio, non si chiede MAI il genere a unapersona. Se non riesci a scoprirlo, serba le tue domande per te, se nonvuoi sembrare completamente "has been"… E la stessa cosa vale perl’identità sessuale, l’origine etnica… Credimi, non si fa. Ascolta unpo’ le/gli altr*, dimostra pazienza e simpatia, e resisti, sempre,quando è necessario. Ecco la chiave della stagione per la bellezza inuna società antifascista.


L’antifascismo nel linguaggio

Un antifascista che si rispetti deve scegliereaccuratamente il linguaggio che adopera. Deve fare attenzione acalibrare il registro sulle persone che ha di fronte: per i nemici sonoconsigliati insulti, offese, ingiurie. La lingua italiana ne permetteun vasto uso, anche di regionalismi. Il problema che si deve porrel’antifascista rispettoso e beneducato è se la parola che sta usandosia o meno un insulto. Facciamo un esempio: "La ministra Gelmini è unaputtana". Puttana è un’operatrice del sesso, è colei che vende le sueprestazioni sessuali per professione. In ciò l’antifascista rispettosonon dovrebbe vedere un insulto, questa frase dovrebbe avere lo stessopotere offensivo di, ad esempio, "La ministra Gelmini è unafruttivendola" o "La ministra Gelmini è un’hostess". Quindi èconsigliato evitare tutta quella gamma di espressioni che usano unaprofessione come insulto. Un’altra cura che deve avere l’antifascistaconsapevole è rendersi conto che le pratiche sessuali e gliorientamenti non costituiscono un’offesa. Dire che "La ministraCarfagna è una troia" perché si ritiene che abbia una vita sessualeparticolarmente attiva non è carino; il fatto che usi il suo corpo perfare carriera è un altro discorso, è colpa del clientelismoberlusconiano e non riguarda il bon ton dell’antifascista. La vitasessuale dei nemici non ci deve interessare. Quindi fate attenzione anon usare, come insulto, termini quali troia, baldracca, rottinculo,piglianculo, succhiacazzi, ricchione e via dicendo.

Un’altra categoria da non usare come offesa è quella deidiversamente alti (attenzione a come usate la parola nano): ci sonocompagn* che per un motivo o per un altro sono alti quanto Berlusconi oancora meno e meritano ugualmente rispetto ; essere in buona salute erivendicarlo con orgoglio non vuol dire essere antifascista.

Ultima chicca, car* antifascista: di tanto in tanto,prova ad ammodernare quest’antica grammatica della lingua italiana: usacon attenzione e garbo i generi. Non imporre il tuo maschiledappertutto. Ad esempio, se sei uomo e attorno a te ci sono diversecompagne, prova a dire: “Siamo belle e siamo incazzate”. Sperimenta lalotta anche nella lingua.

Sappiamo che vi sentirete scomodi e imbrigliati dopoaver letto questo breviario di buona educazione, questo è l’effettodella raffinatezza. Ma sappiamo anche che con pochissima attenzionediventerete degli ottimi antifascisti rispettosi, e saprete usare lavostra infinita fantasia per trovare l’insulto del futuro. L’importanteè svincolarsi da quello sessista del passato.

Questione di classe (edella sua lotta).

25 Aprile 2009

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17 Responses to BonTon dell’Antifascista

  1. Pingback: Il fascismo è un brand – Femminismo a Sud

  2. alessandro says:

    Ero fattissimo quando ho lasciato il commento sopra, e mi scuso per il tono insopportabile da orecchiante ultimoarrivato. Però meno scazzi e più voglia di capirsi rimane un concetto valido.

  3. Anonima says:

    Agli antifascisti e alle antifasciste che si sentono così brav* da tirare in mezzo i morti, chiedo umilmente di ritornare a casa zitt* e riflettere sulla pratica schifosa che hanno messo in atto. Facile nascondersi dietro alle morti, facile dimenticarne alcune. Meno facile pensare che le mamme di quei ragazzi la pensino come voi.
    In futuro vi penserò così:
    http://roma.repubblica.it/…dia/home/6043835/1/38
    Un’antifascista che ogni tanto si veste di nero, ma che ama tanto i compagni col rossetto.

  4. Polly says:

    NON CAPISCO TUTTO QUESTO ASTIO NEI CONFRONTI DI QUELLO KE C’è SCRITTO…OK SI PUò NON ESSERE D’ACCORDO E VA BENE,MA PERCHè TANTO ACCANIMENTO? E MENO MALE KE SIETE ANTIFASCISTI!

  5. alessandro says:

    Vorrei sapere come funziona la testa di un compagno che legge questo articolo e si sente in dovere di incazzarsi. Come se i duri e puri del movimento non fossero spesso perfettamente inutili aldilà delle loro dichiarazioni a palle quadrate sulla violenza giusta e necessaria (che uno è anche d’accordo ma vi vedo solo accendere fumogeni). Se questo è lo scontro tra l’antifascismo “ufficiale” e una proposta “queer” chi si fa promotore del primo non ha alcun diritto di dare addosso come se fosse un “infame” a chi sostiene la seconda. Perchè non so com’è il movimento che vedete voi ma l’impressione di chi non ha troppi problemi ideologici è che gli antifa neri e incazzosi siano spesso la solita gerarchia da manifestazione, senza uno scopo o un programma se non giocarsi degli equilibri di potere con altri compagni, problema che i nostri amici dalla sessualità varia (che di fatto hanno sul sesso le idee molto più chiare della maggior parte dei torelli cazzoni) sembrerebbero soffrire di meno . Quindi, visto che il movimento in italia pur avendo i suoi pregi è fermo agli anni novanta forse sarebbe il caso di aprirsi un tantino e non vedere come fumo negli occhi qualsiasi cosa esca un attimo dal solito linguaggio di lotta, oramai fatto di formule fisse svuotate di molto significato. Poi mi da anche su i nervi chi fa a gara a infilare più parole pretenziose di fila.

    saluti cerchiobottisti a compagne,
    compagni, glbt, antifascisti vestiti di nero, grossi negri in paillettes, pompieri, sbordoni, uomini gatto e soprattutto al caro vecchio proust quel frocio di tre cotte.

  6. tiresi says:

    gioia scettica e perplessa,

    non volevamo stupire i borghesi con effetti speciali, ma i/le compagn@ con effetti decisamente banali (se si pensa ai molti posti del mondo dove le realtà in lotta hanno potuto riflettere/agire/lottare su tematiche a noi care). dobbiamo assumerci, evidentimente che qui la questione non è per niente banale (che il vaticano o il rastafarianesimo manipolino i cervelli delle persone in lotta? naaaa è solo la tv da piccoli :p )
    le/i compagni, sì, quell* che ci ritroviamo ai cortei fianco a fianco (e che a volte ci guardano storto, a detta loro), con cui in un modo o nell’ altro lottiamo, con cui cerchiamo un confronto (che perfortuna è riscontrabile, almeno qualche volta e soprattutto con le ragazze) e non un contest di bodybuilding.

    cara gioia,
    il registro col quale scrivi risulta molto intelligente e forbito, leggerti ci ha fatto bene, discutere con civiltà fa sempre bene, e da quello che dici sembra quasi che tu ci conosca personalmente, ma non troppo evidentemente, giacché non ricordiamo scandali esplosi quando con leggerezza e disimpegno si è parlato di sessualità e genere. davvero!;) al massimo può succedere quando sentiamo usare un linguaggio sessista che scattino i nostri “allarmi antisessisti”(beeee beeee beeee), specie in zone che vorremo libere dal machismo.

    esempio: se tra fidanzatE ci si chiama ‘puttanella’ lo troviamo a modo suo dolce. quando è un uomo che chiama una donna puttanella e lo fa per accentuare la sua forza (psicologica prima che fisica) derivata culturalmente dal suo genere ci viene da dirgliene due, oltre che da vomitare.

    ad ogni modo non siamo sante, né vorremmo esserlo, non conosciamo la verità, ma vogliamo discutere e qualcosa da dire l’abbiamo trovata non lontano,ad esempio nelle assemblee di movimento e nei momenti di condivisione politica.

    sai di cosa parlava pure pasolini? di fascismo di sinistra, quello di chi grida alle assemblee e non ascolta e fa come vuole senza ascoltare nessuno, quello della violenza “insensata”(che con la lotta forse c’entra ben poco)..quindi sì,
    pasolini ci va di tirarlo in mezzo, ma anche sulla scrivania per leggerne qualcosa o al teatro per vederne una rivisitazione interessante come pure in VHS (ok, ok, in DVD), perché lo sentiamo vicino. è vero, lui credeva che i gay potessero essere un ostacolo alla lotta (lo crediamo anche noi se vediamo i modelli di omosessualità che passano in tv) perché consapevole che un gay in italia è cmq un uomo bianco che può fingersi eteresosessuale quanto vuole per affermare il fallocentrismo di questa società maschilista, capace di organizzarsi in lobby (puoi vedere il film “milk” e avrai contemporaneamente l’esempio di lobby gay e di leaderismo di cui sono capaci gli uomini, ma ti consigliamo la visione di “the raspberry reich” film porno gay molto più interessante e rivoluzionario o di “stonewall” che parla meglio di movimento).

    ebbene noi crediamo che le lesbiche abbiano la forza di svincolarsi da questi meccanismi (immunità dal fallocentrismo), i gay di portare alla luce quelle pratiche che riossigenano i costumi e sgretolano l’ anofobia eterodominante (che soffoca i nostri corpi), le trans e i trans la capacità di decidere sui propri corpi (chi meglio di loro?), che le gioie intersessuali siano in grado di opporsi alla medicalizzazione imposta da questa società alle/ai diversamente bell*.

    eppure tutto questo non avviene senza quella parolina magica chiamata AUTODETERMINAZIONE.. per quello non abbiamo paura di dirci femministe, né abbiamo paura di fare paura!

    non siamo un collettivo “gay”, siamo parte di una lotta (LGBTIQ) che per comodità si chiama queer, ma che non è lontana dalla lotta antifascista, diremmo anzi che a farci bene caso (ops) coincidono! (un fascista si truccherebbe mai? rinuncerebbe al suo ruolo di uomo duro e puro? per fare un semplice esempio di vita quotidiana). se vuoi obiettare che i gay possono essere capitalisti e borghesi, potremmo risponderti che il mondo è pieno di gentaccia, fino a pochi mesi fa c’era condoleezza rice, donna e nera, in giro da un paese all’ altro a decidere di come e dove far guerra in nome del capitale, quindi non crediamo che queste siano obiezioni utili alla crescita politica.

    sulla mancanza di prove di una militanza attiva, beh gioia, ci rincresce, vorremmo essere a un livello avanzato di lotta,e non dover giocare a “mostra i tuoi trofei”. sognamo e ci impegnamo per realizzare quel luogo in cui il leaderismo machista lascia spazio all’alleanza tra persone autodeteminate e laiche,vorremmo un antifascismo non da operetta certo, ma sicuramente non da stadio (restando cmq più interessante l’operetta che lo stadio), un antifascismo di massa in questo paese in cui c’è, povere noi, un qualunquismo di massa. e poi all’ essere attiv* preferiamo essere versatili, molto più attuale, visto che nasciamo precar** e siamo abituate/costrette ad adattarci in continuazione a tutte le situazioni (mettici che è un cliché gay quello dell’ essere attivo, passivo o cosa;))

    per poterne parlare meglio, ti invitiamo venerdì 15 maggio @ facoltà di sociologia della federico secondo alle h 16 dove ci sarà un’assemblea pubblica e discuteremo insieme di cosa può voler dire “antifascismo viola” e come organizzarci INSIEME per un pride (che a Napoli sarà il 3o maggio) che oltre all’orgoglio della propria individualità (scelta da sé per sé con sé, non venduta in pacchetti preconfezionati made in capitalism) reclami l’ esigenza dell’ uguaglianza dei diritti e promuova un percorso COMUNE di autodeterminazione che non segua le esigenze elettorali in voga a fine primavera.

    grazie dello spunto di riflessione e della critica intelligente, in cui non mostri i muscoli, ma poni domande sensate.

    grazie anche a Francesco per il panegirico.
    :*

    collettivo queer tiresi@, Napoli

  7. Francesco says:

    Ah, le tue parole sono come cicuta, mi liberano del male di vivere. Dobbiamo offrire un gallo ad Asclepio. Eh sì, poichè questo riferirsi a paradossi ed arguzie mi ricorda gli attacchi rivolti a Socrate, almeno nell’interpretazione di Platone. Ma certo che si può parlare di antifascismo sottolineando le mancanze, quando va bene, degli antifascisti stessi. D’altronde cos’è l’Antifascismo, quello con la “a” maiuscola? Non è una setta iniziatica con rituali precisi?
    Allora per non ridurre antifascismo, antirazzismo, antisessimo, anti-lesbo/omo/trans/inter-fobia, tematiche inscindibili tra di loro, a verità esoteriche perdute (e vetuste) in mano a pochi eletti di una o dell’altra setta, benn venga il paradosso, la messa in discussione, le nuove energie e, cosa più importante, la voglia di coinvolgere il numero più ampio possibile di persone in un antifascismo che sappia non essere pesante pur sapendo, quando occorre, lottare con tutta l’energia richiesta.
    Questo mi sento di sire, in attesa della risposta del collettivo.

  8. scetticismo e perplessità says:

    ma oltre una dose insopportabile di narcisismo e di autocompiacimento per la vostra capacità cosi naif di epatér la bourgeoisie e non solo quella, che cosa fate? siete convinti/e che a botte di paradossi e di arguzie si possa parlare di antifascismo? e perché poi vi scandalizzate se con la stessa leggerezza e lo stesso disimpegno si parla di problemi di sessualità e genere?
    e poi scusate, non parlate di cose che non conoscete, che il povero pasolini tirato per i capelli sarebbe rabbrividito a stare assieme ai “pierini” (sono parole sue, a proposito di altri e simili contestatori) che sparano bordate contro la chiesa e la religione. lui che aveva orrore perfino a definirsi “gay”.
    bah.
    l’antifascismo da operetta sinceramente non è cosa che mi interessa.
    sarebbe gradevole se la (eventuale) risposta non fosse l’ennesima boutade perché altrimenti davvero confermate che quello che vi interessa è fare non il gruppo politico, ma la setta di iniziati,che più vengono contestati e criticati e più si gloriano della loro assoluta e irriducibile diversità.

  9. chapeau al collettivo tiresi@ che finalmente è riuscita a rompere un tabù e a lanciare anche a Napoli una discussione sull’antifascismo. una discussione che è evidentemente ancora troppo avanzata non solo dal punto di vista delle pratiche, ma anche delle idee, per chi vuole continuare a praticare il folklore dell’antifascismo avanguardista.
    vi ringraziamo e continuiamo ad avanzare e a gracchiare insieme a voi,dalla stessa parte; dalla stessa parte di renato e dax, ma anche di abba; dalla stessa parte delle trans trucidate, dei gay e delle lebiche pestate per aver avuto il coraggio di esprimere il loro desiderio, delle/dei migranti oppress@, di Roberta e dei compagni minacciati sulle mura della nostra citta, delle donne stuprate perchè indecorose e di tutt@ le/i lavoratrici/ori che oggi non possono neanche più scioperare a causa di un governo non meno fascista o meno orgoglioso delle celtiche di quelli che fanno le ronde; dalla stessa parte di tutte le vittime del fascismo e di tutte le antifasciste.
    esprimiamo profonda preoccupazione per quanto leggiamo in questa pagina, perchè seppure qualche sedicente antifascista (sedicente, perchè un@ ver@ antifascista non è mai così intollerante alle diversità!)sì è sentit@ provocat@ inquanto non si fa la doccia tutti i giorni o ancor peggio non usa il profilattico, questo non è un buon motivo per minacciare ed infamare compagn@ che quotidianamente sfidano il fascismo con il solo fatto di vivere, esprimersi e desiderare. facendolo tra l’altro in modo anonimo, segno quanto meno di vigliaccheria e meschinità, ma questa pratica è per qualcuno come un tubino nero, non passa mai di moda e buona per tutte le occasioni.

    speriamo che la discussione possa proseguire presto sulla strada da voi tracciata.
    Tuniche, camicie (e anfibi), il nero non ci piace!

  10. A leggere i commenti a questo bel post, si direbbe che una fetta consistente della cultura anti-fascista sia poco portata al dialogo, alla discussione e all’ironia. E’ un vero peccato. Ma non demordete, amici di Tiresi@ .

  11. ano says:

    antifa edipico vestito di merda (e non lo dico come insulto, dovresti recuperare il tuo rapporto con l’analità e poi parlare di libertà),se i tuoi kompagni sono stati uccisi dalle guardie dello stato, altri tuoi compagni/e (gli infami) sono stati uccisi/e dalle guardie del fallocentrismo e devo dire che su questo punto comunisti e fascisti si sposano bene, non saprei dire chi tra i due ha il cazzo più duro e il buco del culo più otturato. Ricordo inoltre che il 25 aprile si festeggia il passaggio da una dittatura orrenda ed evidente ad una orrenda ma subdola.Il 25 aprile tutti,ma dico tutti, si uniscono sotto la bandiera americana. Io sono contro qualsiasi struttura piramidale e non festeggio l’inizio dell’occupazione nazi-americana. Non si può certo inoltre chiedere autoironia a chi ha rimosso l’ano dal suo corpo :-). Edipo vaffanculo, te lo auguro di culo

  12. ANTIFA VESTITO DI NERO says:

    ANDATELO A DIRE ALLA MAMMA DI DAX, RENATO, NICOLA E GLI ALTRI COMPAGNI UCCISI DAI CANI DA GUARDIA DELLO STATO, ANDATELO A DIRE A TUTTI QUEGLI OPERAI MASSACRATI DAI FASCISTI DURANTE IL BIENNIO ROSSO E IL VENTENNIO FASCISTA E TUTT’OGGI, ANDATELO A DIRE AI PARTIGIANI CHE BISOGNA ESSERE ALLEGRI E COLORATI AI CORTEI..
    CONTINUEREMO A GUARDARVI STORTO, CONTINUEREMO A GUARDARVI PER QUELLO CHE SIETE…INFAMI!

  13. antifascistasempre says:

    L’approccio ironico ha sempre alleggerito temi difficili e a questo non mi sento di muovere una critica.
    Ma forse un post pubblicato il 25 Aprile avrebbe dovuto avere un contenuto politico più profondo.
    Poi insomma per il resto chi và per certi mari certi pesci prende

  14. Antifa Ingegneria says:

    Continuero a guardarvi storto ai cortei. Che schifo.

  15. tiresi says:

    car*,
    sì siamo ridicole e fiere di esserlo

    per il primo commento: “uomini e donne” è l’esempio più calzante di come in questa società sia in vigore una netta separazione dicotomica tra i generi, tra l’altro in trasmissione non si sentono commenti diversi da “sei una puttana sei una troia”.. quindi leggi con più attenzione quello che c’è scritto e capirai di cosa parlavamo.

    ad ogni modo non riusciamo a non vedere quella trasmissione perché troviamo ipnotica la voce di mariadefilippi e ci concilia la pennichella dopopranzo

    per il commento sulla paraculamma, gioia, forse non hai mai sentito parlare di pierpaolo pasolini, di judith butler, di mario mieli, dei moti di stonewall? (quest’anno sono quaranta splendidi anni da quando silvya rivera lanciò la sua scarpa , e non fu nemmeno la prima né sarà l’ultima)
    paracule loro? paracule noi

    poi gioia, di domenica bisogna assolutamente evitare la chiesa e la questura, noi consigliamo il mare, ché per parlare con Sbordone basta telefonare ad un(‘) amic*
    Elezioni? Fai bene a studiare retorica, ma di questi tempi non basta, avrai bisogno di studiare marketing, economia aziendale, sociologia, storia della massoneria e attent*! evita di studiare storia dei movimenti, perché non avresti successo!

    Darling, un po’ di autoironia non risolve i problemi, ma almeno li alleggerisce.

    sempre tue,
    collettivo queer tiresi@, Napoli

  16. anonimo says:

    Siete ridicol*, mi chiedo sinceramente come si faccia ad essere così ottus* e ignoranti.

    Voi si che avete capito come si fa politica, come si pratica l’antifascismo, come si pratica l’antisessismo…si car* compagn* è bello essere voi, è facile e comodo.

    Ora scusate vado in Questura a fare due chiacchiere con Sbordone, so che a voi ste cose non piacciono…scusate!!!

    Ah dimenticavo, dopo ripasso un pò le lezioni di paraculamma e magari un pò di retorica che a breve ci sono le elezioni e mi devo preparare.

  17. Maria says:

    bell’, questo si chè vero antifascismo, antifascismo da “uomini e donne”

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